(poesia dedicata a Jerry Essan Masslo, rifugiato politico sud africano ucciso a Villa Literno il 25 agosto 1989)
“Amare è così breve, e dimenticare così lungo.”
P.Neruda
La notizia è arrivata un venerdì
un’ intera città pietrificata
un giorno orfano
le onde del mare si sono fermate
nel silenzio un dolore incurabile
tutto si è fermato
morto il sole, morta la luna
i fiori vedovi, il cielo oscuro
la terra piange
il fiore appassisce
tutto si è fermato
il silenzio abitava in ogni angolo
la lingua ha perso la sua musica
la poesia le sue strofe
le metafore il loro incenso
la fiamma spenta
e i libri raccontano
il tuo nobile vissuto
Jerry l’africano se ne andato
Jerry, sei il vessillo che sventola
nelle nostre memorie
sei il canto dei venti delle stagioni
il libro che ci insegna,
dal tuo Sud Africa che avevi lasciato
per rifugiarti in Italia
sei stato il vento liberatore
dalla tua morte ad oggi
il sole non risplende più
Jerry lo zulu, umile sei stato
hai incarnato tutti i colori
e sei stato l’essere di tutti i colori
sei stato un bianco un rosso
sei stato un giallo sei stato universale
sei stato la strada che ci conduce
all’amore tra i popoli
la tua tomba è più grande del tuo nome
il tuo nome è più grande di Villa Literno
la tua ultima dimora, la terra che ti ha accolto
la libertà rinascerà dal tuo nome
Jerry, il tuo nome è leggenda
la parola non sarà mai più vedova
ti canteremo per la tua umiltà
l’Africa ricorderà di te
come uno dei suoi degni figli
l’Africa la nostra, la tua Africa
sempre in piedi
parlerà di te e ti loderà
Jerry, perdona quelli che ti hanno deriso
quelli che ti hanno schernito
quelli che hanno steso insulti
sulla tua pelle d’ebano
quelli che hanno scagliato
sulla tua storia
quelli che ti hanno soffocato
quelli che hanno osato
fermare il tuo respiro
Jerry, il tuo nome scolpisce
versi e prose
come la tua vita abbraccia
le allitterazioni della pace
Jerry, il profumo delle nostre notti
spetta a noi portare il tuo nome
spetta a noi cantare il tuo orgoglio
spetta a noi alzare il tuo sguardo di pace
per rendere viva la tua vita.
CHEIKH TIDIANE GAYE
Arcore, il 02 settembre 2014
« […] Pensavo di trovare in Italia uno spazio di vita, una ventata di civiltà, un’accoglienza che mi permettesse di vivere in pace e di coltivare il sogno di un domani senza barriere né pregiudizi. Invece sono deluso. Avere la pelle nera in questo paese è un limite alla convivenza civile. Il razzismo è anche qui: è fatto di prepotenze, di soprusi, di violenze quotidiane con chi non chiede altro che solidarietà e rispetto. Noi del terzo mondo stiamo contribuendo allo sviluppo del vostro paese, ma sembra che ciò non abbia alcun peso. Prima o poi qualcuno di noi verrà ammazzato ed allora ci si accorgerà che esistiamo. »(Jerry Essan Masslo)
Grazie per averlo ricordato, e in questo modo…
Si è mancato, qui in Italia, l’essere egoisti in modo intelligente –
perché le persone come Masslo sarebbero una ricchezza. Dovremmo tenercele ben strette …
Come primo passo, poi potremmo anche arrivare a capire che l’apparato esteriore, somatico e comportamentale, vela ma non trasforma gli stessi sentimenti, le medesime aspirazioni di qualunque essere umano in qualunque angolo di questo pianeta. E anche i difetti… certamente : simili ovunque
Emozionanti i versi … le parole di Jerry colpiscono dritto al cuore … purtroppo il razzismo nelle sue diverse accezioni è ancora presente nella triste realtà italiana (e non solo) e mi addolora tantissimo che noi, popolo di migranti, riserviamo tale triste sorte al nostro prossimo … E mi indigno, mi incazzo, mi impegno per cambiare questo mondo che proprio non va… Ma quand’è che costruiremo la tanto agognata, bella e grande umanità!?