
Percorrere le pagine della raccolta poetica di Cheikh Tidiane Gaye significa allora immergersi, una volta di più dopo Senghor, nelle costanti di un’Africa finalmente felix:un’africa del passato, quella in cui il “coltello selvaggio” non aveva ancora “strappato la prestigiosa comunione” dell’uomo con l’essere(“il poeta e lo spirito”). Si cerca l’”ago eterno(…)così potente da ricucire”; tuttavia […]